martedì 29 dicembre 2009

Sgt Pepper Lonely Hearts Club Band



Tanto per precisare: io sono iscritto alla siae e la maggior parte dei brani che trovate qui o su facebook sono depositati. Qualcuno potrà trovare apprezzabile la mia musica qualcun altro no, i gusti sono gusti, basta che non sono guasti nel senso di scaduti, avariati. Ad esempio i gusti di chi pretende royalty per musica di trenta quarant’anni fa  sono guasti. Che senso ha mantenere i diritti d’autore su opere che dovrebbero essere di dominio pubblico? Con la scomparsa della monarchia si pensava che i diritti di sangue fossero stati aboliti. Invece no. Ci sono i diritti d’autore che si tramandano di generazione in generazione con lo scopo di foraggiare una casta di autentici nullafacenti. Non parliamo di opere d’arte caratterizzate da unicità ma di roba realizzata in serie.
Non commercializzo quello che scarico. Chi lo fa deve essere giustamente perseguito. Allo stesso tempo non desidero che venga commercializzata la mia opera. Questo è il motivo, semplicemente cautelativo, della mia iscrizione alla siae. Internet continua per molti a rimanere una vetrina in attesa dell’aggancio discografico. Cercano di arrivare a corte, quando la corte ormai è in fiamme. I talent-show sono pietosi, canto del cigno di un’industria destinata a fallire. Peccato che gente come Morgan si possa prestare a simili schifezze. Oggi c’è la possibilità di controllare direttamente il prodotto senza aver bisogno di intermediari, di protettori, di impresari tra sé e i fruitori. Ma c’è ancora chi si ostina a pensare che per farsi conoscere occorre percorrere tappe forzate. Qualche musicista di calibro, oltralpe naturalmente, sembra aver riconosciuto che i tempi sono cambiati  permettendo a chi vuole di scaricare gratuitamente i proprio brani in formato mp3 (giustamente, perchè i soldi si fanno con i concerti). Tempo fa un gruppo (Marillon) permise ai propri fans di scaricare i brani del loro ultimo album chiedendo in cambio un “equo prezzo”. Ho avuto la sfacciattagine di inviargli gli indirizzi da cui poter scaricare i miei brani!! Non so come l’hanno presa; a me è sembrata un’idea  geniale :-)

p.s.: Ho scelto la copertina di un'opera di più di 40 anni fa, universalmente considerata un capolavoro (anche se, in parte, dissento). Ancora oggi per averne una copia occorre scucire 20 euri.  

venerdì 28 agosto 2009

Lavori usuranti

" Il mio senz'altro!"
"E allora il mio che mi alzo tutte le mattine alle 5?"
"E io che sto in mezzo al traffico 10 ore al giorno?"
"Il mio...a prescindere!"
"E allora io che ho a che fare con i bambini??"
"E perchè io con gli anziani?"
"Io so solo che stare a contatto con i clienti è stressante..."
"Io sto per aria"
"Io sto sott'acqua"
...

...
...

Ricapitolando: tutti hanno buoni motivi per considerare la propria attività lavorativa usurante. Non tutti però accettano l'idea che la pensione dovrebbe avere un valore di riconoscimento, una sorta di premio alla carriera (naturalmente conclusa).
Tempo fa da Bruno Vespa (pensionato RAI) parlavano di pensioni due o tre politici (deputati da più legislature quindi pensionati), ed altri personaggi anch'essi in odore di obolo sociale a livello istituzionale. Tutti in perfetta forma fisica: mi sono chiesto di cosa stessero parlando.
Ex-sindacalisti in perfetta forma percepiscono una pensione sociale. Altri boiardi (una volta si diceva di stato, adesso ci sono anche quelli di circoscrizione) ne usufruiscono. Anche loro mantengono una perfetta forma.
Il costo per la collettività di questi emolumenti grandi o piccoli che siano aumenta con l'aumentare della speranza di vita. E' inutile nasconderlo: noi tutti vorremmo campare cent'anni e augurare la stessa cosa a chi ci sta vicino ma se così fosse, il sistema pensionistico scoppierebbe perchè la coperta è corta. E' arcinoto a tutti che per pagare le pensioni occorrono i soldi di chi lavora. Ma chi le pagherà quando, continuando a sottovalutare il fenomeno demografico, arriveremo ad avere di questo passo più pensionati che lavoratori?
Fermo restando che la disciplina della pensione è diventata un privilegio di cui anche esponenti che si considerano fautori del progresso stentano a volersene privare.
Resta da stabilire un equo criterio di usurabilità da lavoro. Non è difficile. Basterebbe considerare le tavole di mortalità. Forse ci accorgeremmo che, nonostante gli schiamazzi dei ragazzini e lo stress che indubitabilmente ne deriva, le maestrine a 80 anni ci arrivano. E invece che gli operai che lavorano l'amianto forse non arrivano a 60. Va bene fare un discorso di categorie ma provando a pensare all'esercizio della pensione non dal suo inizio, ma dalla sua durata più probabile.
Ci sarebbe da dire molto anche sulla discriminante sessuale. Nei paesi latini a forte connotazione cattolica valgono concetti superati. Sostenere che le donne si logorano di più e che quindi hanno diritto ad andare in pensione prima contraddice la realtà dei fatti (le donne vivono in media più degli uomini) oltre ad essere uno dei tanti luoghi comuni di natura sessista. Luogo comune talmente radicato che chiunque lo metta in discussione viene tacciato di “politicamente scorretto” se non addirittura, rovesciando completamente le carte in tavola, di maschilismo. Intanto nei paesi “non teocratici” sono più avanti, l’organizzazione della società è diversa, lo stato aiuta molto di più le donne che lavorano.
Tutto sommato è una questione individuale: il passaggio dovrebbe essere una scelta personale, maschio o femmina non importa.

P.S.:Paradossalmente:
"Io sono pensionato da quando avevo 50 anni e andar via dal lavoro mi è costato in termini umani, da allora mi sento più usurato: quindi quello dei pensionati andati in pensione da giovane deve essere considerata anch’essa un’attività usurante".






lunedì 29 giugno 2009

Totally fuzzy - EP (2009)

Questa non è un’autorecensione semmai un piccolo diario di bordo. Non dirò se una canzone è bella o brutta, semplicemente come è nata, come si è sviluppata e di cosa parla. Magari aggiungendo qualche nota di colore.


Totally fuzzy: dal nome di un sito semiclandestino, una sorta di crocevia per siti ancora più semiclandestini da cui è possibile scaricare musica…in mp3 naturalmente! Cioè in un formato qualitativamente peggiore rispetto all’originale. Per buona pace dei parrucconi Siae ma soprattutto per quei signori che campano di rendita e vorrebbero far campare di rendita la propria stirpe per una canzoncina. E che si stracciano pure le vesti! Ma questi sono altri discorsi.

Il titolo inizialmente avrebbe dovuto essere un altro, “Fluida linea di basso walking” (titolo di un altro brano inserito nel Cd). Successivamente questa opzione è stata scartata per il più enigmatico “Totally fuzzy”. Ma che vuol dire totally fuzzy? “Fuzzy” è traducibile con il termine “sfumato” (la “fuzzy logic” è una branca della logica). Qualcosa di non netto o preciso ma vago o chiaroscurale: totalmente però, quasi ad abbracciare definitivamente una forma mentale…

“Totally fuzzy” è anche le title-track strumentale (se si eccettua un piccolo intervento vocale) in chiusura di album: un campionario di una decina di minuti di quinti tempi con un vago (totalmente vago?) sapore progressivo. Questo è un brano in cui la fase di montaggio, oscura a quasi tutti i fruitori di musica, è fondamentale. Il raccordo delle varie strutture è senza dubbio la parte più eccitante del lavoro, è il momento in cui un’idea prende forma. Quasi alla fine delle sessioni, ho inserito un altro inciso strumentale basato su una chitarra eterea che potesse servire da intermezzo tra le variazioni del tema principale.

L’album si apre con un paio di brani orecchiabili: “Convenevoli”, raggae-pop alla Steely-Dan, una satira sociale. “Il pasto nudo” dall’omonimo film (dal quasi omonimo libro) brano evocativo e didascalico.

“Mina vagante”, il brano successivo, può lasciare un po’ disorientati, musicalmente parlando. Anche questa è sostanzialmente una variazione sul tema (di circa sette minuti) con diversi chiaroscuri. Il cantato, sparso qua e là e ridotto al minimo, non è mai ripetuto. Un collage vero e proprio con un finale leggermente pomposo. Chi sarà mai la mina vagante? E i pappagalli verdi?

“ Inno provvisorio” è in assoluto il brano più ricco di allusioni e riferimenti lirici e musicali. E’ fuori di dubbio che la canzone è dedicata all’inno di Mameli (considerato, per l’appunto, provvisorio dalla Costituzione stessa). E non è certo una dedica tenera. Il testo è ispirato da un articolo che trovai su internet in cui si critica apertamente l’inno sia da un punto di vista musicale (un paraponzipo’) sia da un punto di vista lirico (l’elmo di scipio, bimbi babilla…). In particolare ci si chiede come sia possibile che una nazione che fa della pace una delle sue bandiere istituzionali, adotti un canto di guerra come inno. Non a caso questa canzone è una vera e propria marcetta!!

Non che non ci sia stato qualche tentativo di modernizzare. Per accontentare i diversi fautori di nuove proposte ho inserito un divertssment letterario al termine della seconda strofa. E, più in là, qualche riferimento tra il comico e il serio ai nostri atavici luoghi comuni. Nel finale si ode da lontano quella che è la mia personale chiave di lettura della questione inno.

Internet è senza dubbio fonte di ispirazione degli ultimi tempi. Mettere in musica tratti di conversazioni è un esperimento già avviato nei precedenti lavori. “Filantropico nolente luminare” e “Come siamo finiti qui” traggono ispirazione lirica dalla rete. Nel primo brano, una pop-dance, una persona svela all’altra i trucchi per digitare nel migliore dei modi possibili. Nel secondo brano, una ballata dark, ci si chiede come si è fatto a perdere il filo del discorso. Come si può capire, discorsi profondi!!

“Fluida linea di basso walking”, altro brano chilometrico. Titolo didascalico per un giro di basso in pieno stile walking. Almeno per la prima parte dove ad accompagnare la ritmica c’è un blues organ oltre alla voce. La quale racconta quello che succede in fase di registrazione. Canzone, quindi, autoreferenziale, basata su due movimenti completamente diversi: uno swing in cui campeggia il giro di basso e una marcetta che incede sempre più solenne.


TOTALLY FUZZY

1. Convenevoli 4'26

2. Il pasto nudo 5'03

3. Mina vagante 7'20

4. Inno provvisorio 5'03

5. Filantropico nolente luminare 5'07

6. Fluida linea di basso walking 7'55

7. Come siamo finiti qui 5'10

8. Totally fuzzy 10'04


mercoledì 3 giugno 2009

giovedì 1 gennaio 2009

Buon anno

Buon anno.

Buon anno agli amministratori di condominio. Buon anno perché, dal momento che ci sono inquilini insolventi cronici, decidono di aumentare la rata condominiale. Così si coprono dal rischio di impresa.

Buon anno.

Buon anno al sindaco di Roma. Buon anno a lui, che, per recarsi al funerale dell'uomo travolto da un autobus, lascia in sosta sulla corsia preferenziale la sua auto blu. Senza luci di emergenza.
Buon anno.
Buon anno ai pensionati. Ma non a tutti. Solo quelli che trovi sempre alle slot-machine. Quelle più nascoste per non farsi vedere. Che la carta dei poveri dia loro vincita eterna!
Buon anno.
Buon anno al papa. Buon anno a chi si sveglia una mattina e dice la guerra è brutta.
Buon anno.
Buon anno ai pediatri di tanti ospedali che si fanno un mazzo ma poi tanto i soldi vengono devoluti sempre al Bambin Gesù.
Buon anno.
Buon anno ai motociclisti. A quelli che ritengono un diritto occupare e circolare sulla corsia opposta. Dicono che così ci si mette meno ad arrivare al lavoro.
Buon anno.
Buon anno anche ai fuoristradisti. A quelli che per girare in città devono occupare mezza carreggiata. dicono che glielo ha detto l'analista. Già che ci sono mandassero loro un buon anno alle case automobilistiche. Che se qualche assessore si permette di chiudere il centro storico ai loro mostri poi fanno causa. E la vincono pure.
Buon anno.
(Continua)