domenica 29 giugno 2008

Ep - Jinglebad (1993)

Quando cominciai le prove non avevo alcun brano in scaletta, solo l’idea di creare un continuum strumentale, qualcosa che andasse oltre le solita forma canzone. Formula già sperimentata nell'altro lavoro dello stesso periodo, Aleatoria , o anche con gli stessi ensema ma mai portata avanti fino alle estreme conseguenze. L’approccio con l’apparecchiatura di registrazione fu completamente diverso dal solito: giorno dopo giorno inserivo nuove linee-base su cui aggiungere successivi strati. La scaletta era dunque segnata non avendo all'epoca la possibilità di montare i brani come oggi tramite pc: l’unica cosa che avrei potuto fare era scegliere la parte A e la parte B dell’allora cassetta. Dallo yamahino presi tutto quello che era possibile prendere: effetti, ottave impossibili e quant’altro. Anche l’utilizzo di nastri al contrario, fino a quel momento sporadico, fu massiccio. Alcuni effetti poi erano davvero rocamboleschi: il volo di gabbiani era ottenuto premendo a scatti il tasto forward di un registratore mono con cassetta incorporata. Fa capolino anche il rumore di una stampante ad aghi, mentre una bacinella servì da percussione. L'acqua sgorgava direttamente dal rubinetto. Il titolo “Jinglebad”, storpiatura di jingle-bell è foriero di presagi diversi da quelli natalizi: una serie di motivetti pubblicitari adatti al cattivo consumo. I titoli quasi tutti onomatopeici. La copertina semplice e austera.
In assoluto il primo lavoro completamente sperimentale: il mio personale “The end of an ear”.

Lista dei brani

1. Reinassance 3'01
2. Kozmik 2'20
3. Dropping 2'16
4. Charloe 1'27
5. Gallery 1'28
6. Millipede 0'44
7. Sputnik 3'53
8. Iceland 4'56
9. Gangroad 2'35
10.Hot luna 2'40
11. Devil marriage 2'03
12. Waterslide 3'45

Tempo totale: 31.08

Ep: yamaha ds55, tapes, chitarra elettrica.

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venerdì 13 giugno 2008

Il mondo è fuzzy

Quanti di voi sono maschi? Alzino le mani. I maschi stiano con la mano alzata e le femmine la tengano giù. Le mani si alzano nitidamente e voi siete divisi chiaramente in maschi e non-maschi. Quanti di voi sono donne? Alzino le mani. Si ha il contrario e anche stavolta siete chiaramente divisi in femmine e non-femmine.
Una domanda più difficile: quanti di voi sono soddisfatti del lavoro che fanno? Le braccia si alzano e si abbassano per finire col fermarsi con la maggior parte dei gomiti piegati. Pochi sicuri di sé la sollevano ben dritta in alto o non la alzano affatto. La maggior parte di voi sceglie una via di mezzo. Tutto ciò definisce un insieme vago di felicemente impiegati. Facciamo la domanda opposta: Quanti di voi non sono soddisfatti del lavoro? Molte delle stesse mani si sollevano ancora una volta a metà. Questo definisce un nuovo insieme quello degli infelicemente impiegati, anch’esso vago che è la negazione del precedente. La maggior parte della gente è al tempo stesso soddisfatta e non soddisfatta del proprio lavoro. Quindi sta nell’uno e nell’altro insieme contrariamente ai principi della logica aristotelica. La natura del concetto fuzzy è proprio questa: le cose fuzzy hanno confini vaghi con i loro opposti.

Gran parte della scienza e della cultura muove dall’assunto di un mondo stabile di cose assolutamente bianche o nere. La fede in questo presupposto bivalente, in Occidente risale almeno agli antichi greci. Platone riempì il mondo di forme pure (l’iperuranio) e Aristotele stese quelle che riteneva essere le leggi della logica, leggi che scienziati, filosofi e matematici impiegano tuttora per descrivere un universo che in realtà è “grigio”. All’inizio del secolo scorso i fondamenti della logica aristotelica sono stati messi in discussione da una serie di paradossi. Bertrand Russell scoprì il paradosso del mentitore di Creta: un cretese afferma che tutti i cretesi mentono. Egli mente? Heisenberg dimostrò ai fisici che non tutti gli enunciati della fisica sono necessariamente o veri o falsi.
In molti hanno cercato di tappare i buchi, imbellettando questi fondamenti vincolati alla dicotomia bianco-nero per sbarazzarsi dei paradossi del chiaroscuro. La logica tradizionale rimane un ottimo strumento per "circuiti di mille valvole", ma non corrisponde al mondo che presuppone di descrivere. I due mondi sono diversi: uno artificiale, l’altro reale, uno ordinato l’altro confuso, sfumato. Fuzzy.