venerdì 29 febbraio 2008

Gruppone - G (1998)

Alzino la mano le comitive che hanno la loro colonna sonora…no no non intendo dire quella fatta da altri ma quella fatta in casa! Va bene, Forza Italia aveva il suo inno, anche l’Ulivo aveva il suo inno…e il Gruppone il suo concept, perché una canzone non bastava. Alla fine dell’estate del 1998, le uniche braccia musicali del gruppone (EP e Bob) decidono di incontrarsi e di buttare giù del materiale. Bob aveva già partecipato ad alcune session degli Ensema il leggendario gruppo underground in cui aveva militato Ep. Nonostante la ventennale amicizia i due non avevano mai avuto occasione di confrontarsi musicalmente se non in sporadiche occasioni conviviali. Da una parte Ep aveva ritenuto conclusa la sua esperienza con gli ensema, dall’altra Bob ambiva a lasciare ai posteri qualcosa su solco. Due polistrumentisti alla ricerca di novità. L’idea base del progetto era davvero quella di raccontare le avventure del gruppone in una forma autoironica e anticelebrativa. Almeno nelle intenzioni i testi avrebbero dovuto seguire quel percorso e così fu. Ogni brano ha un preciso riferimento a persone, a fatti, ad abitudini che nel bene o nel male hanno fatto la storia del gruppone (sic!). Ne esce fuori un lavoro musicalmente abbastanza vario. Gran vena di Ep in fase di produzione, gran vena del Tascam488 che finalmente decide di girare come da istruzioni. C’è un pizzico di progressive, di psychedelia, di jazz-rock e anche di disco anni ’70. Anche folk-pop nei brani di Bob, che si rivela un song-writer dalla vena intimistica, alternando arpeggi di chitarra classica a improvvisazioni di flauto traverso. Il riff finale, nato proprio da una frase di flauto, è una sorta di inno, riporta a “We will rock you”. Citazione non tanto dei Queen quanto dei Beatles di “Hey jude” (nel senso di scippo: infatti anche il riff finale di quel brano è smaccatamente trafugato da “Mr Fantasy” dei Traffic...). La copertina non è un‘ idea originalissima: un mosaico di facce di gente più o meno conosciuta al cui interno sono identificabili diversi eroi grupponiani. Nonostante l’esito incoraggiante, il duo non avrà più modo di ripetersi. Forse proprio per questo motivo (o malgrado questo) “G” assume un’aurea particolare.

Canzoni scritte, arrangiate e prodotte da Ep e Bob:

1. Io ti conosco (Ep) 7’12
2. Giunonica (Bob) 4’19
3. Io mi ritirerei (Bob) 6’01
4. Rischio boys (Ep) 5’45
5. Che facciamo adesso (Ep) 5’51
6. Uomini e donne (Bob) 3’37
7. 21 e 30 (Ep) 6’31
8. Sabato sera (Bob-Ep) 7’34

Tempo totale: 46’52

Ep: yamaha ds55, chitarre, basso, Dr-550, voce.

Bob: chitarra classica, flauto, voce.



link






venerdì 22 febbraio 2008

Ars retorica

Che pena vedere un premio nobel per la fisica soccombere miseramente a colpi di dialettica spiccia! E su argomenti scientifici tra l’altro, perché si parlava di energia. Ad Annozero giorni fa, il prof. Rubbia aveva in mente sicuramente un pensiero complesso ma l’agone in cui era stato invitato non gli permetteva di esporlo dettagliamente. Non aveva il supporto adatto, quel supporto che sicuramente in altre sedi gli avrebbe fatto comodo. Ma non in televisione dove i ritmi e le opportunità sono diverse. In televisione occorre avere il dono della sintesi, non importa se sfacciatamente fallace. E’ stato un gioco da ragazzi per i suoi interlocutori avere la meglio. Il professore si sforzava di elaborare un concetto che, per forza di cose, ha diverse sfaccettature; politici e giornalisti lo incalzavano sulle soluzioni a breve termine, quelle che, per intenderci, la gente a casa blablablà. Mentre uno si sforzava inutilmente di proporre un ventaglio di scenari per il futuro gli altri, campioni del sentito dire, si assestavano comodamente sul pensiero dominante, spacciandolo per utile, da bravi acusmatici avvezzi al potere. Ad un certo punto si è avuta l’impressione che dessero loro lezioni di energia al premio nobel. Il professore era in debito di ossigeno, indeciso su quale percorso della rete esplicativa seguire. Con la sola parola, la scienza è destinata al naufragio, il pensiero scientifico è un reticolo di conoscenze e non è sintetizzabile in un percorso dialettico tipicamente sequenziale. Ma si sa che la retorica è considerata un’arte. Prestidigitatoria.






sabato 16 febbraio 2008

EP - Brevi tragitti (1998)

Ci vuole molta immaginazione per concepire un album-concept sulla settimana enigmistica!! Questo è “Brevi Tragitti” che già dal titolo prende spunto dalla nota pubblicazione. Tutti i titoli delle canzoni altro non sono che rubriche fisse del settimanale più letto. I testi sono a volte didascalici come in “Il confronto”, in “Forse che sì, forse che no” o in “La pista cifrata”; con toni autoreferenziali come in “L’enigma centrale” e in “Il bersaglio” (quest’ultima avrebbe dovuto chiamarsi inizialmente “L’ultima parola” ma per rispetto al progetto l’idea fu accantonata); anche passionali (“Susy”). A volte dei veri e propri frammenti tratti da chissà quale numero che partoriscono l’effetto di filastrocche demenziali su un tappetto musicale abbastanza orecchiabile. Definizioni di cruciverba, curiosità, risoluzioni di sciarade e quant’altro. Emblematico l’ultimo brano “La soluzione” (non a caso le soluzioni del numero precedente sono in ultima pagina): una serie di zeppe, anagrammi e doppi sensi. “Spigolatura” è a tutti gli effetti il testo quasi integrale di una spigolatura…Roba da matti! Il taglia e cuci di burroughsiana memoria da una rivista settimanale. Non sarà questo l’ultimo utilizzo della tecnica: anzi verrà estesa con il tempo anche alla musica grazie alle tecnologie digitali. Al di là dei propositi l’album si mantiene su uno standard pop, a volte dignitoso a volte troppo zuccherino, senza né alti né bassi (da segnalare, comunque, ”Frammenti” autentico nonsenserock).

Canzoni scritte, arrangiate e prodotte da Ep:

1. La pagine della sfinge 4’34
2. Spigolature 4’34
3. Quale delle tre? 4’41
4. Il confronto 4’12
5. L’enigma centrale 4’42
6. Forse che sì, forse che no 4’44
7. La massima 3’46
8. Frammenti 3’59
9. Susy 4’40
10. La pista cifrata 2’10
11. Il bersaglio 5’22
12. La soluzione 4’59

Tempo totale: 52’23

Ep: yamaha ds55, chitarra acustica ed elettrica, basso, Dr-550, voce.

Link (testi delle canzoni compresi all'interno):


link 1



link 2







Contatori visite gratuiti


sabato 9 febbraio 2008

Rotatoria vs semaforo
In un incrocio regolato da un semaforo un automobilista ha 32 possibilità di intersecazione con altri veicoli. Se tira dritto può sbattere con un auto che svolta, se gira a sinistra può fare un frontale con l'auto che arriva dalla direzione opposta. Queste possibilità si chiamano "punti di conflitto". In una rotatoria i punti di conflitto sono solo 8 e nessuno di questi prevede uno scontro frontale. Facendo i conti la rotatoria risulta essere almeno 4 volte più sicura del semaforo. Altro vantaggio è senz'altro la riduzione dei tempi di attesa con eliminazione totale dei tempi morti: una decina di secondi contro i 40-60 di un semaforo con conseguente diminuzione delle emissioni dei veicoli fino al 75% di meno di sostanze inquinanti.
Aggiungiamo anche il vantaggio non indifferente dato dal fatto che una guida a velocità più costante e meno soggetta ad interruzioni aiuta a far funzionare il cervello in maniera meno stressante.
Naturalmente le rotatorie presentano degli aspetti negativi che rendono, in certi casi, assolutamente impensabile il loro utilizzo. Pensiamo innanzitutto al fatto che esse non garantiscono le cosiddette corsie di emergenza per i mezzi di soccorso: ecco quindi che risulterebbe problematico un loro utilizzo nei pressi di ospedali. Anche in presenza di sedi adibite abitualmente a mezzi pubblici gli inconvenienti sarebbero notevoli.
Anche l'attraversamento pedonale basato fino ad ora solo ed esclusivamente sui tempi morti degli automobilisti andrebbe rivisto sotto un'ottica diversa. Si dice che, con le rotatorie, i pedoni sarebbero costretti ad attraversamenti pedonali lontano dalle intersezioni come fossero ancora queste intersezioni, nel nuovo contesto analizzato, il baricentro del problema. Qui sta l'equivoco: del resto generalmente la meta di un pedone difficilmente è un'intersezione di un incrocio bensì una zona limitrofa. Quanti eviterebbero di arrivare in fondo alla strada per attraversare!
Da quasi 25 anni la rotatoria è diffusa in tutta l'Europa occidentale. Prevede l'obbligo di precedenza non convenzionale (a sinistra anziché a destra, ovvero chi si trova all'interno ha la precedenza su chi si deve ancora inserire). L'Italia si è allineata solo recentemente alle normative europee ma a tutto il 2004 ci sono ancora forti discrepanze tra il codice della strada e l'adeguamento segnaletico. In Italia le rotatorie, introdotte dopo il 1995, sono ormai migliaia soprattutto a nord. Cattolica è la prima città italiana senza semafori con 25 rotonde grandi, piccole e anche virtuali come quelle disegnate sull'asfalto di quello che era un incrocio. Il semaforo è il simbolo del traffico arrogante, l'incidente al semaforo avviene sempre tra due persone che pensano di avere ragione. Con la rotatoria il traffico diventa democratico. Si passa tutti uno alla volta con calma. A Cattolica gli affari dei carrozzieri sono diminuiti, le pompe funebri lavorano meno e c'è stata qualche lamentela. Però anche all'ospedale il lavoro si è ridotto e questa è la cosa più importante.






sabato 2 febbraio 2008

Il blog: nota redazionale

Da diverso tempo mi era balenata l'idea di costruire un blog dedicato alla mia produzione musicale o a quella a cui in qualche modo ho dato il mio contributo per la realizzazione. Fino ad ora mi ero limitato a esporre brani su siti come vitaminic o myspace ma estrapolandoli dal loro contesto naturale quale io ritengo essere l'album completo. Poi qualche tempo fa scopro che con google era possibile aprire blog senza portali intermediari e all'inizio del 2008 ho cominciato a pubblicare il materiale. Rimettere un po' di ordine alle cose non sarà facile soprattutto per quanto riguarda la produzione a mio nome. Una sorta di ricostruzione della carriera!! Ho iniziato nei primi anni ottanta a scrivere canzoni in un inglese abbastanza ingenuo fin quando a metà degli anni '90 sono passato a comporre in italiano. Risentire quell'inglese così così mi fa un po' di tenerezza ma non per questo ho intenzione di escludere quel periodo (compatibilmente con lo stato dei nastri naturalmente). La linea è già programmata per i prossimi mesi, si passa dalla musica ai commenti personali. Tutti sono invitati ad intervenire per consigli e commenti. Avrò modo di approfondire alcuni aspetti commerciali legati alla musica (in rete e non) e sugli aspetti paradossali legati ai famigerati diritti d'autore. Per quanto riguarda la musica ho inserito non solo la mia produzione personale ma anche del gruppo in cui ho contemporanenamente militato. E non solo. La maggior parte del materiale è su nastro e risente un po' del tempo passato. Tra l'altro questa novità sta facendo slittare l'uscita del nuovo cd che spero di dare alle stampe verso marzo o aprile.