venerdì 22 febbraio 2008

Ars retorica

Che pena vedere un premio nobel per la fisica soccombere miseramente a colpi di dialettica spiccia! E su argomenti scientifici tra l’altro, perché si parlava di energia. Ad Annozero giorni fa, il prof. Rubbia aveva in mente sicuramente un pensiero complesso ma l’agone in cui era stato invitato non gli permetteva di esporlo dettagliamente. Non aveva il supporto adatto, quel supporto che sicuramente in altre sedi gli avrebbe fatto comodo. Ma non in televisione dove i ritmi e le opportunità sono diverse. In televisione occorre avere il dono della sintesi, non importa se sfacciatamente fallace. E’ stato un gioco da ragazzi per i suoi interlocutori avere la meglio. Il professore si sforzava di elaborare un concetto che, per forza di cose, ha diverse sfaccettature; politici e giornalisti lo incalzavano sulle soluzioni a breve termine, quelle che, per intenderci, la gente a casa blablablà. Mentre uno si sforzava inutilmente di proporre un ventaglio di scenari per il futuro gli altri, campioni del sentito dire, si assestavano comodamente sul pensiero dominante, spacciandolo per utile, da bravi acusmatici avvezzi al potere. Ad un certo punto si è avuta l’impressione che dessero loro lezioni di energia al premio nobel. Il professore era in debito di ossigeno, indeciso su quale percorso della rete esplicativa seguire. Con la sola parola, la scienza è destinata al naufragio, il pensiero scientifico è un reticolo di conoscenze e non è sintetizzabile in un percorso dialettico tipicamente sequenziale. Ma si sa che la retorica è considerata un’arte. Prestidigitatoria.






Nessun commento: