lunedì 29 giugno 2009

Totally fuzzy - EP (2009)

Questa non è un’autorecensione semmai un piccolo diario di bordo. Non dirò se una canzone è bella o brutta, semplicemente come è nata, come si è sviluppata e di cosa parla. Magari aggiungendo qualche nota di colore.


Totally fuzzy: dal nome di un sito semiclandestino, una sorta di crocevia per siti ancora più semiclandestini da cui è possibile scaricare musica…in mp3 naturalmente! Cioè in un formato qualitativamente peggiore rispetto all’originale. Per buona pace dei parrucconi Siae ma soprattutto per quei signori che campano di rendita e vorrebbero far campare di rendita la propria stirpe per una canzoncina. E che si stracciano pure le vesti! Ma questi sono altri discorsi.

Il titolo inizialmente avrebbe dovuto essere un altro, “Fluida linea di basso walking” (titolo di un altro brano inserito nel Cd). Successivamente questa opzione è stata scartata per il più enigmatico “Totally fuzzy”. Ma che vuol dire totally fuzzy? “Fuzzy” è traducibile con il termine “sfumato” (la “fuzzy logic” è una branca della logica). Qualcosa di non netto o preciso ma vago o chiaroscurale: totalmente però, quasi ad abbracciare definitivamente una forma mentale…

“Totally fuzzy” è anche le title-track strumentale (se si eccettua un piccolo intervento vocale) in chiusura di album: un campionario di una decina di minuti di quinti tempi con un vago (totalmente vago?) sapore progressivo. Questo è un brano in cui la fase di montaggio, oscura a quasi tutti i fruitori di musica, è fondamentale. Il raccordo delle varie strutture è senza dubbio la parte più eccitante del lavoro, è il momento in cui un’idea prende forma. Quasi alla fine delle sessioni, ho inserito un altro inciso strumentale basato su una chitarra eterea che potesse servire da intermezzo tra le variazioni del tema principale.

L’album si apre con un paio di brani orecchiabili: “Convenevoli”, raggae-pop alla Steely-Dan, una satira sociale. “Il pasto nudo” dall’omonimo film (dal quasi omonimo libro) brano evocativo e didascalico.

“Mina vagante”, il brano successivo, può lasciare un po’ disorientati, musicalmente parlando. Anche questa è sostanzialmente una variazione sul tema (di circa sette minuti) con diversi chiaroscuri. Il cantato, sparso qua e là e ridotto al minimo, non è mai ripetuto. Un collage vero e proprio con un finale leggermente pomposo. Chi sarà mai la mina vagante? E i pappagalli verdi?

“ Inno provvisorio” è in assoluto il brano più ricco di allusioni e riferimenti lirici e musicali. E’ fuori di dubbio che la canzone è dedicata all’inno di Mameli (considerato, per l’appunto, provvisorio dalla Costituzione stessa). E non è certo una dedica tenera. Il testo è ispirato da un articolo che trovai su internet in cui si critica apertamente l’inno sia da un punto di vista musicale (un paraponzipo’) sia da un punto di vista lirico (l’elmo di scipio, bimbi babilla…). In particolare ci si chiede come sia possibile che una nazione che fa della pace una delle sue bandiere istituzionali, adotti un canto di guerra come inno. Non a caso questa canzone è una vera e propria marcetta!!

Non che non ci sia stato qualche tentativo di modernizzare. Per accontentare i diversi fautori di nuove proposte ho inserito un divertssment letterario al termine della seconda strofa. E, più in là, qualche riferimento tra il comico e il serio ai nostri atavici luoghi comuni. Nel finale si ode da lontano quella che è la mia personale chiave di lettura della questione inno.

Internet è senza dubbio fonte di ispirazione degli ultimi tempi. Mettere in musica tratti di conversazioni è un esperimento già avviato nei precedenti lavori. “Filantropico nolente luminare” e “Come siamo finiti qui” traggono ispirazione lirica dalla rete. Nel primo brano, una pop-dance, una persona svela all’altra i trucchi per digitare nel migliore dei modi possibili. Nel secondo brano, una ballata dark, ci si chiede come si è fatto a perdere il filo del discorso. Come si può capire, discorsi profondi!!

“Fluida linea di basso walking”, altro brano chilometrico. Titolo didascalico per un giro di basso in pieno stile walking. Almeno per la prima parte dove ad accompagnare la ritmica c’è un blues organ oltre alla voce. La quale racconta quello che succede in fase di registrazione. Canzone, quindi, autoreferenziale, basata su due movimenti completamente diversi: uno swing in cui campeggia il giro di basso e una marcetta che incede sempre più solenne.


TOTALLY FUZZY

1. Convenevoli 4'26

2. Il pasto nudo 5'03

3. Mina vagante 7'20

4. Inno provvisorio 5'03

5. Filantropico nolente luminare 5'07

6. Fluida linea di basso walking 7'55

7. Come siamo finiti qui 5'10

8. Totally fuzzy 10'04


mercoledì 3 giugno 2009