Ispirato da una raccolta di poesie , già dalla lista delle tracce compaiono alcuni aspetti considerevoli: l'esiguità dei brani (5, un record! ) e la loro lunghezza. Segno che, stavolta, si è lavorato soprattutto sulla fase compositiva con l'obiettivo di ottenere un prodotto più progressivo. Precedenti lavori come Totally fuzzy o Multiple intelligenze per non parlare di Formaldeide presentavano brani ad ampio respiro. Anche qui il titolo del lavoro prende spunto dal brano più lungo e naturalmente più complesso.
L'album si apre con Sezione aurea brano formato da 4 momentii: una overture funky, il motivo principale, un inciso vaudeville in 5/4, di nuovo il motivo principale e la ripresa dell'overture in chiave rock. La simmetria della composizione richiama per forza di cose il titolo; anche se nel testo si avverte una profonda ironia nei confronti delle cosiddette "divine proporzioni".
Sezione aurea
Stento a credere a quello che vedo
Spero che non sia così perchè sarebbe micidiale
Magari tu riuscirai a mantenere i nervi saldi
Mentre fuori piove di tutto
La sostanza delle cose è nelle cose
Non c'è ragione al di fuori della ragione
La sequenza è solo una semplice citazione
Non esiste emanazione di una legge matematica
Il brano successivo Congiunture (ascoltabile qui) è anch'essa una composizione multipla. La prima parte gira attorno ad un semplice riff di piano; dopo un inciso sperimentale che sembra richiamare alla accordatura degli orchestrali, subentra un pezzo di vero e proprio rock sinfonico. Testo introspettivo.
Congiunture
Quante lacrime sprecate per rimarginare la ferita
Quella rabbia ha lasciato segni che non possono svanire
Il clamore preceduto dal silenzio delle testimonianze
L'avvilimento della materia che continua la sua corsa disperata
Quanti indifferenti risultano assenti nell'ora del bisogno
Quella strana sensazione di pericolosa inibizione
Quanti giorni son passati dalle scelte dell'età evolutiva
Quante coincidenze nelle congiunture spazio-temporali
Le luci, le voci, il brano che segue, ha avuto un parto abbastanza travagliato. In realtà è la fusione di due brani: il primo è uno strumentale in 7/8; il secondo è un brano melodico cupo con chiare rivanescenze tenchiane. Dal testo si evince pian piano il significato che si vuole attribuire all'intero lavoro.
Le luci, le voci
Non mi va giù quest’alibi
Di piangere, recriminare
Lasciando da parte sempre chi non chiede niente
Massima attenzione
Maggior coinvolgimento
Mi sveglierò domani per riflettere ancora un po’
Continua a farti male
A perseverare
Ma non è colpa tua
Non è una divisa
Che ti potrà salvare
Ti veste proprio male
La storia si ripete
giorno dopo giorno si rinnova l’indulgenza
la falsa carità
Ci vogliono le prove
Per dimostrare quello
Che tu dai per scontato
Non bastano le luci
Non bastano le voci
Se ci fosse ancora il vinile (in realtà c'è ancora ma è poco economico per chi si diverte a fare musica) la facciata B inizierebbe con L'alternanza la cui ispirazione canterburiana è sancita da innumerevoli citazioni. Inizialmente era stato pensato un testo completamente diverso con una melodia che ricalcava quella dei fiati.. successivamente si è optato per un testo da adattare alla musica.
L’alternanza
Prestazioni in ogni luogo di ogni genere
Senza poi contare le cerimonie
Spesso non conviene secretare le apparenze
Ricatti, veleni nefasti presagi intorno
Il volto umano di chi oscura
I paladini dell’alternanza sempre a caccia di intelligenza
Costretti a vivere in condizioni disumane
Con la bava alla bocca al cento per cento
Ma i paladini si distinguono per la loro umanità
Qualcuno grida allo scandalo inascoltato
Qualcuno pensa che poi tutto si aggiusterà
semplicemente con un atto di elemosina
di fede di speranza e di carità
La title track Benedizione per la bassa moltitudine è un'operetta rock formata da 6 momenti (non tutti diversi, i richiami all'interno sono molteplici) in cui l'uso dei tempi dispari avviene senza troppa parsimonia. Tratti folk e citazioni progressive (soprattuto a metà e nel finale). Il testo, ispirato dall'autrice di cui all'inizio, risulta volutamente ambiguo: trattasi di una coppia agli sgoccioli della loro storia o dell'eterna domanda su chi siamo e dove andremo a finire?
Benedizione per la bassa moltitudine
Di che pasta siamo di che pasta siamo noi
quando è nata quest’idea di sopravvivere
Io dico che sei giunta qui
perché mi cerchi perché mi vuoi
Di che pasta siamo di che pasta siamo noi
Di che pasta siamo gli uni e gli altri
Inutile nascondere
la luna dietro a un cumulo
di vecchi ricordi
Come sono andate le cose dimmi come
Sono andate le cose tu dimmi come
E se ti metti a leggere un giornale scopri come tutti già
sapevano
Già immaginavano
Ti ho visto adesso passare qui
Ti ho visto adesso fermarti qui
L’alone che ho lasciato con la mano appoggiata alla finestra
Tutti già sapevano
Immobile come alito
di vento nei tuoi occhi quasi vedo la strada
Non mi importa se era vero non mi importa se era giusto
Non mi importa se era vero non mi mporta se era giusto
Di che pasta siamo di che pasta siamo noi
Quando è nata quest’idea di sopravvivere
Io dico che se siamo qui
Non c’è un perché, non c’è un perché
Di che pasta siamo di che pasta siamo noi
Esser pazzi o esser vecchi
Anch’io son qui e vedo te
che passi via, polvere