sabato 5 gennaio 2008

EP - Indole scalena (2006)

Indole scalena: sembra il titolo di un simpatico motivetto sudamericano da villaggio turistico, le parole del ritornello suonavano più o meno così. In realtà il titolo dell’album nasce dalla title-track. In uno dei vari riff usciti durante il periodo precedente alle sedute di registrazione furono affiancate queste due parole, elogio dell’imperfezione. Il sound è leggermente diverso dal passato, avvertibile in special modo nella sezione ritmica. Nelle note di copertina appare un nuovo strumento, la yamaha psr1500 un vero factotum. L’album si apre con Il sole adesso , un nonsense autoreferenziale costruito su un riff di tre accordi. E’ il brano più breve e adatto come apertura; in realtà è stato anche l’ultimo brano che ha visto la luce in sala di incisione. Un po‘ gigioneggiante ma gradevole. Il brano successivo Democrazia privata, rock&roll in tonalità minore, è un’invettiva neanche troppo velata. Ogni riferimento a persone e fatti non è affatto puramente casuale. Non è difficile capire chi è che “chiede consigli ai massmediologi” o che ama “bighellonare su un velier”. O quale sia il “salotto buono”. L’album alterna momenti di sdegno a momenti di sano cazzeggio. Io e lo zen è uno di questi già dal titolo: avevo pensato allo zenzero ma ho preferito sintetizzare. Il titolo è uscito fuori solo all’ultimo; probabilmente hanno influenzato l’utilizzo di uno strumento etnico (il mishokin) suonato su una pentatonica e il fatto che si parla in prima persona. Ma l’apoteosi del cazzeggio la fornisce il brano successivo dedicato alla parte superiore del frigorifero (sic!). Freezer, nato da un’idea rock, ha assunto in fase di registrazione tinte più soft con venature fusion. Al contrario della precedente canzone qui il titolo ha generato il testo. L’interrogativo che ossessivamente si ripete lascia qualche inquietudine non ancora sopita del tutto. La title-track Indole scalena ha un riff costruito sul classico giro armonico. In discussione il mito della gaussiana, un vero e proprio feticcio per molti ricercatori e cattedrati. Stringi stringi il suo utilizzo serve quasi sempre a spiegare l’inevitabilità di certi eventi. Un’altra modo di esprimere la favola del cosiddetto disegno intelligente. Favola sponsorizzata, generalmente a giustificazione da chi detiene il potere e lo tramanda ai propri discendenti. L'uso distorto della statistica è ripreso anche in Valori attesi la traccia che chiude l’album. Il valore atteso è una aspettativa (dall’inglese Expectation) meglio noto con il nome di media. Anche questa canzone è nata durante le sedute di registrazione ed è basata su due temi musicali, il primo su una linea di basso, il secondo su una serie di accordi. Non è stato facile trovare un testo per il riff, alla fine ampio sfoggio della cultura statistica…la melodia era già in mente e la serie di termini tecnici altro non è che le tante sfaccettature che nasconde un dato medio. O meglio che vengono nascoste, dato che siamo un po’ tutti “schiavi dei valori attesi senza ritenersi offesi”. Il sound dei pattern di batteria è notevolmente cambiato, Pop-shuffle ne è la dimostrazione più evidente (il titolo si rifà proprio ad un disegno ritmico). Il ritmo incalzante ha permesso di trovare le parole in maniera davvero naturale tant’è che qualche strofa è stata sacrificata. Lo schema è semplice: ogni strofa è una piccola storia che ha come protagonista una figura femminile mentre il riff che riprende il titolo è un pretesto. Non è quello che si dice un album politicamente corretto. Nel brano Aladino si dimostra alla grande. Chi è Aladino? E' il maritino cagnolino che, come il genio della lampada, è al permanente servizio delle barbarepalombelle benpensanti, le corneliegracche che all’occorrenza esibiscono i propri figli come gioielli di famiglia. Chiarisco: non è un'attitudine solo femminile quella di piangersi addosso; piuttosto è l’iconografia storica che impone il termine corneliegracche (estendibile a corneligracchi) un neologismo di cui andare fieri…insomma, un pezzo rock la cui gestazione si è rivelata abbastanza complicata. A parte il riff, l'inciso è nato a registrazioni inoltrate mantenendo intatta la struttura ed il pattern ritmico che avrebbe dovuto accompagnare una melodia completamente diversa da quella che si ascolta. In Mille passi indietro, la scorrettezza politica prende definitivamente il sopravvento. La Politica (con la P maiuscola) a cui fa riferimento una frase del testo è quella di Aristotele, il padre della cultura occidentale (o terzista ante-litteram?). Scegliti il vestito è senz’altro la canzone più rarefatta dell’album dove lo scarno accompagnamento si adatta alle liriche. Particolari della gioventù è una riflessione e un monito riferito agli insegnanti e allo stesso tempo, una dedica ai loro datori di lavoro, i giovani. L'unico prezzo strumentale è Diavolo & acquasanta , risultato di una spettacolare operazione di mixaggio, costruita su due temi completamente discordi che si avvicendano tra loro: il primo, un rock veloce basato su un riff di chitarra di ispirazione frippiana; il secondo, uno swing sghembo, definizione abbastanza appropriata per un brano in cui il basso batte 12 ed il piano batte 8 incontrandosi ogni santissimo minimo comune multiplo. Alla fine è il diavolo che ritorna alla carica ed a prevalere, non poteva essere diversamente.



Canzoni scritte, arrangiate e prodotte da Ep:

1. Il sole adesso - 3'05
2. Democrazia privata -4'00
3. Io e lo zen - 4'48
4. Frezeer - 3'35
5. Pop-shuffle - 3'47
6. Scegliti il vestito - 4'39
7. Aladino - 4'31
8. Particolari della gioventù - 4'10
9. Indole scalena - 4'19
10. Mille passi indietro - 4'27
11. Diavolo & acquasanta - 5'43
12. Valori attesi - 4'28

Tempo totale: 51'32

Tempo medio: 125 b/m

Ep: yamaha psr1500, chitarra acustica ed elettrica, voci.

Link:

parte 1

parte 2


Il commento di Gongol

La musica è in perfetto “styleppi”, ossia quel misto di gradevoli e delicate melodie che trovano riferimenti colti sia all’estero, in gruppi internazionali di culto (Steely Dan, Blue Nile, XTC …) che in Italia (Tiromancino, Max Gazzè….).
Testi al solito introspettivi e pungenti, con riferimenti sia personali dell’autore (con un garbato gusto all’autoironia) che all’attualità (ma non quella raccontata dai telegiornali di Stato quanto piuttosto quella aggressiva e senza filtri di Blob).
La maggior parte delle tracce sono solari ed immediate, (democrazia privata, freezer, aladino) anche se non mancano pezzi più introversi e complessi (indole scalena, mille passi indietro, diavolo & acquasanta). Si apprezza particolarmente il lavoro di arrangiamento estremamente meticoloso e puntuale.
C’è anche una strizzatina d’occhio agli attuali gusti del mercato italiano soprattutto per quanto concerne l’uso del cantato (io e lo zen).
In definitiva il lavoro scorre piacevolmente lasciandoci avvolti da una gradevole e sognate malinconia (scegliti il vestito), costruita su piccole sensazioni ed immagini sfocate.

Gongol 2006










Contatori visite gratuiti





Nessun commento: