venerdì 7 marzo 2008

Pampini...dovete studiare!!!

Parola di Marco Lodoli. A questa illuminatissima conclusione è giunto l’illustre collega, anche lui docente della periferia romana, che ha prospettato questa soluzione di fronte ai pessimi risultati dei nostri ragazzi nelle scuole secondarie. La linea editoriale di Repubblica da qualche anno a questa parte, in tema di scuola, è orientata verso un ritorno ai sani principi pedagogici di una volta, basati sulla distribuzione di premi e di punizioni. Fautore di questa linea è l’ottagenuario Mario Pirani a cui, a mio avviso, il ministro uscente, il Dott. Fioroni, deve qualche royalties per le pecionate che ha inflitto in questi due anni al mondo della scuola. La questione della promozione “sub judicio” è semplicemente ridicola, il sistema dei debiti al confronto fa la sua discreta figura. Quest’ultimo non è stato bene recepito dalla maggior parte degli insegnanti che trattano i debiti scolastici davvero come se fossero delle cambiali. Secondo le direttive per arrivare ad un giudizio definitivo è prevista una riunione straordinaria del consiglio di classe; tra gente impegnata negli esami di stato, altra nei corsi di recupero quando ci si incontra? E le ferie che fanno slittano a settembre? Infatti l’associazione dei presidi si è riunita per ricevere lumi. (Il mio preside, no. E’ troppo impegnato a superare il suo anno di straordinariato).
Dalla collegialità e dalla trasversalità del giudizio finale siamo quindi ritornati al vecchio metodo per compartimenti stagni. Con grande gioia di chi nella propria materia ci si autoidentifica o di chi mal sopporta attività di codocenza.
Anni fa un collega (guarda caso anche lui di lettere) durante un collegio docenti se ne uscì dicendo che una teoria pedagogica aveva stabilito il numero ideale (4 per l'esattezza) di ore pomeridiane da dedicare allo studio. Forse il collega voleva proporci un oracolo, un vaticinio. Dovrebbe sapere che coloro che hanno la pretesa di creare teorie esatte dalle cosiddette scienze sociali sono stati ampiamente sbugiardati. Ma tant è: se non viene dall’alto l’indicazione su come muoversi, molti insegnanti sembrano bambini sperduti. Alla faccia dell’autonomia didattica.
Insomma: basta con queste pedagogie permissive che mettono al centro dell’attenzione il singolo alunno. Percorsi individualizzati? Studiare, dovete studiare! Intelligenze multiple? Rob(b)a anglosassone!…La posta elettronica? Meglio il contatto diretto (parole del Dott. Fioroni).
Se i nostri ragazzi non sono alla pari con gli altri coetanei in Europa naturalmente la colpa non è dei programmi non aggiornati, di tecniche di insegnamento superate e dell’idiosincrasia all’uso del pc di diversi docenti, gli stessi che parlano di “trasmissione delle conoscenze” come se gli studenti fossero macchine riceventi (leggi computer) nel processo di apprendimento. No. La colpa è solo ed esclusivamente di questi lazzaroni, scansafatiche. Pure deliquenti.
Caro Lodoli, capisco che lavorare di pomeriggio porterebbe via del tempo prezioso alla tua attività di scrittore. Però fattene una ragione.






1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono tutti lazzaroni!!!